29 Settembre 2020
Ispirazione medievale per il giardino della Rocca di Angera

La Rocca di Angera racchiude tra le sue mura merlate un giardino di ispirazione medievale che si estende per duemila metri quadrati.
Le piante nel medioevo erano parte integrante della vita degli uomini: erano cibo, sapori, medicine, tessuti, colori, sapone e molto altro. E avevano anche un significato simbolico legato alla vita spirituale. Nel giardino della Rocca Borromeo si è voluto ricreare l’ambiente che accoglieva, a quel tempo, questo mondo complesso e affascinante. Studiando i testi e le iconografie, si è risaliti alle piante che allora erano conosciute e utilizzate, sono state cercate e, dove possibile, recuperate.
Fiori che oggi sembrano troppo semplici, che crescono ai bordi delle strade, che vengono strappati come infestanti, vengono qui valorizzati e se crescono spontanei mantengono il loro posto d’onore, sfoggiando la loro bellezza ritrovata. È la riscoperta della pianta “originaria”, quella che è presente in natura, che non conosce l’intervento umano e le contaminazioni culturali tipiche dei secoli seguenti.
Il giardino segue il ciclo vitale delle piante e recupera la naturalezza di tempi lontani. Così è possibile ammirare le bellissime fioriture dei meli e dei mandorli in aprile, i fiori della cicoria in agosto e le zucche mature senza più foglie in settembre.

Nell’orto crescono lattughe, cavoli, carote, cipolle e biete. La zucca è la Lagenaria, quella “a bottiglia”, i legumi sono fave e ceci. Una collezione di erbe aromatiche per i condimenti arricchisce il tutto. Nel frutteto mele e pere, fichi e nespole.


Nel Giardino dei Principi unica zona dedicata al solo godimento estetico, un roseto accoglie la Rosa Gallica officinale e la Alba, bianche e rosse, che con la loro unica fioritura testimoniano le tradizioni del passato. In questa zona sono presenti anche Le Rose botaniche e damascene, che assomigliano alle loro cugine molto antiche, ma che offrono ai visitatori una fioritura continua e generosa durante l’intera stagione estiva. Insieme alle rose, diverse fioriture erbacee tramandate dalle immagini di allora: Lilium candidum, Lilium martagon, Paeonia officinale, Iris florentina (bianco), primule e violette.


Per garantire una presenza di colore in tutti i periodi della stagione, sono state aggiunte piante che, pur producendo fiori, avevano tutt’altra destinazione d’uso. Come la cicoria, con il suo fiore estivo blu; la saponaria, delicato fiore rosa pallido; il cerfoglio a leggere infiorescenze bianche; il papavero nei suoi tanti colori; la stachys officinalis, a spighe celesti.
Le erbe officinali, suddivise in gruppi in base alla loro funzione curativa e illustrate con dovizia da un sistema di segnaletiche, riempiono le aiuole rialzate fatte di salice intrecciato, tipiche degli orti dei monaci, nel Giardino delle Erbe Piccole. Qui si trovano anche le piante tintorie, le erbe utili (lino, canapa, saponaria) e le erbe magiche.
Nel Boschetto, dove noccioli, lauri, cipressi e lecci creano un’atmosfera di frescura, un piccolo ruscello sfocia nello stagno dove fioriscono iris, ranuncoli, myosotis e menta acquatica. Più in là, un tasso topiato a tre dischi sovrapposti troneggia sotto la cupola di castagno della pergola, sulla quale arrampicano antiche varietà di vite da uva che, con il tempo, regaleranno un po’ di ombra nei mesi più assolati. Prati fioriti non mietuti offrono l’immagine di selvaticità che si vuole trasmettere.


Fino all’1° novembre, alla chiusura stagionale della Rocca di Angera, l’atmosfera del giardino è resa ancora più magica grazie alla mostra d’arte contemporanea “Fantastic Utopias” allestita nell’Ala Scaligera del castello. La mostra, a cura di Ilaria Bonacossa e in collaborazione con Galleria Continua, espone i lavori di 15 artisti internazionali che, nella loro diversità, danno vita a immagini e oggetti inaspettati, al contempo seducenti e spaventosi capaci di portarci in universi alternativi lontani dalla verosimiglianza. La mostra nasce dal presupposto che nel nostro mondo post-reale, in cui conflitti, crisi politiche e ambientali sembrano susseguirsi senza sosta, il fantastico e la sua rappresentazione sono tornati al centro delle riflessioni contemporanee. Con l’obiettivo di evadere dalla realtà, sogniamo di essere circondati da creature magiche, viviamo pensando a mostri e a battaglie tra mondi distopici, come se la secolarizzazione della società portasse al bisogno di immaginarci in mondi altri.